Hotel e Spa Design, nuove idee per ospitalità e benessere

PROGETTAZIONE: PERCHÈ CHIAMARE PROPRIO TE?

Con i suoi 152.000 iscritti agli ordini professionali, l’Italia è al primo posto come numero di architetti per abitante. Un numero impressionante, specie se confrontato con le cifre di Spagna (50.000) o Francia (30.000). Da questo, la domanda che può affiorare nella mente degli imprenditori e degli operatori può sorgere spontanea: perché chiamare proprio te per la progettazione del mio hotel o della mia SPA?
Una domanda difficile ma delicata perché la giusta scelta potrebbe contribuire (anche sostanzialmente) a dare un’accelerazione importante all’attività imprenditoriale lanciata sulla strada del successo.
In questo articolo riassumo qualche spunto per aiutarti ad arrivare ad una risposta, alla luce dell’esperienza acquisita sul campo, per la quale – come avrai forse letto nel precedente post – festeggio quest’anno i 20 anni dalla fondazione dello Studio Stefano Pediconi al servizio del settore dell’hôtellerie e del benessere.

The Manner Hotel, Soho, NY

UN MONDO GLOBALIZZATO
È vero che la figura dell’architetto è super-varia: progettazione, cantiere, pratiche edilizie, urbanistica, interior design, paesaggismo…cento professioni sotto un unico cappello.
Tuttavia, è anche vero che, quando parliamo di scelta del progettista, la globalizzazione del mondo in cui viviamo ci mette in “competizione” non solo con i professionisti della nostra città o del nostro Paese, ma con quelli del mondo intero.
Quindi, se per gli interni di un hotel è facile orientarsi su chi si occupa di interior design e non di urbanistica, dall’altra la scelta non sarà limitata ai professionisti del quartiere o della città in cui risiede l’albergo, ma punterà al meglio in tutta Italia e, perché no, all’estero.
Ecco, in questo modo sembra che abbiamo complicato il quadro generale…

Hotel South Beach, Miami – SH Hotels & Resorts

In questa situazione, ogni professionista fa la sua scelta per porsi al meglio sul mercato e per far valere la qualità del suo lavoro e le competenze acquisite.
Ma di che competenze parliamo quando si tratta del settore alberghiero o del benessere?
E, soprattutto, è proprio vero – come sono convinti molti imprenditori – che il progettista è solo un tecnico che non può assolutamente essere un supporto valido per il successo dell’attività, in quanto non conosce a fondo le dinamiche dell’hôtellerie?
Gli esempi che seguono dimostrano che questa credenza non sempre si dimostra valida

UNA CONSULENZA DI GRANDE VALORE
Le mie riflessioni sono partite dopo l’ultimo appuntamento per una consulenza progettuale durante la quale il lavoro sulla progettazione degli spazi e lo studio dell’immagine è stato solo uno degli aspetti affrontati.
Infatti, ben più rilevante si è dimostrato il lavoro che ha portato a soluzioni decisive per orientare al meglio le politiche di vendita dell’hotel sul mercato, sviluppate poi con il progetto.

Partendo da un approfondimento della tipologia della clientela – dal target alle abitudini di acquisto, dalle richieste degli ospiti all’individuazione di nuovi potenziali segmenti di persone da raggiungere – la proposta di una diversa distribuzione degli spazi e di una razionalizzazione delle funzioni ha fatto nascere idee che permetteranno alla struttura ricettiva di migliorare i risultati, sia sul breve, sia sul lungo termine.

Progettazione

Pendry Park City, Utah – Credit Photo Christian Horan

Parliamo, ad esempio, di camere vendute al doppio del prezzo grazie ad un upgrade della tipologia, resa possibile da un’ottimizzazione degli spazi, dei disimpegni, dei bagni.
Oppure, parliamo di risparmi sostanziali nella riqualificazione (ma l’architetto non era quello che faceva spendere sempre di più?) grazie all’ubicazione di servizi in maniera differente dalla situazione iniziale o ad un’oculata scelta di materiali, orientata ad un migliore rapporto qualità/prezzo.
Parliamo anche dello sviluppo di un nuovo concept innovativo che renderà la struttura unica.
E questo stesso concept diventerà il fulcro di tutta la comunicazione che sarà sviluppata per porre la struttura sul mercato e condizionerà tutte le operazioni di marketing volte ad aumentare il fatturato, secondo gli obiettivi imprenditoriali posti alla base del progetto.

Tutto questo è frutto di una conoscenza approfondita del settore alberghiero che è possibile raggiungere con un lavoro costante e quotidiano, passione e interesse personale. È il motore che spinge ad essere continuamente informati sulle tendenze e sulle novità: è così che si prefigura una forte sinergia tra imprenditore e progettista, ben al di là degli aspetti meramente architettonici della professione di hotel designer.

The Georgian Hotel, Santa Monica, California

DALLA CAMERA CON MENO APPEAL A QUELLA PIÙ AMBITA
Il lavoro al Garnì Roberta, ai piedi della Marmolada, rappresenta un altro esempio di come il supporto del progettista specializzato possa incidere sull’attività dell’hotel.
Sta prendendo vita la prima camera (veramente) inclusiva realizzata in Italia: come ho già scritto nell’ultimo post, si tratta di “una camera accessibile a tutti, dai disabili motori agli ipovedenti, dagli ipoudenti ai daltonici, dalle famiglie con bambini piccoli agli anziani”.
Stiamo lavorando su una camera separata dal resto della struttura e, proprio per questo motivo, sempre venduta a prezzi più bassi, per la scomodità di dover uscire per raggiungere la reception e la zona servizi, posta al piano superiore.
Perché non fare un punto di forza di questa indipendenza? Migliore accessibilità (arrivo in macchina davanti alla porta della camera), impareggiabile vista sul bosco e, soprattutto, una serie di dotazioni che ne permettono la fruizione nel massimo comfort proprio per tutti.

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Austin Proper Hotel – USA

È questo il concetto di inclusione, di cui abbiamo cominciato a parlare all’ultimo Cersaie di Bologna, che è stato oggetto anche dell’incontro di approfondimento tenuto all’evento In&Out/TTG Expo con Wellness Design dal titolo “Sostenibilità ed inclusività: progettare e comunicare nel mondo hospitality”.
Stiamo dando una risposta concreta attraverso un progetto unico, che racchiude una serie di accorgimenti che rendono la camera accessibile per tutti; questo grande valore diventa, poi, strumento di vendita attiva per il garni, che vede passare la camera da quella con meno appeal a quella più ambita ed importante dell’intera struttura.

ECCO PERCHÉ CHIAMARE PROPRIO L’HOTEL STYLIST
La consapevolezza delle dinamiche dell’industria alberghiera, in connubio con la preparazione tecnica e artistica e con una buona conoscenza della comunicazione, diventa fattore discriminante nella scelta del professionista che può diventare valido supporto per l’imprenditore alberghiero.
È questo il nuovo ruolo professionale – l’Hotel Stylist – che anche io mi sono ritagliato per dare una risposta alla domanda del titolo di questo post.
La contaminazione tra le competenze acquisite, che vanno dalla scrittura alla fotografia, e gli ambiti culturali da cui attingere per lo sviluppo di un progetto – arte, pittura, moda, marketing, ecc. – non sono solo frutto di una scelta personale; sono esattamente la risposta alle necessità di un settore in rapido cambiamento come quello dell’hôtellerie e del benessere.

Sono la risposta alle esigenze degli imprenditori che, oggi, decidono di investire nel mondo alberghiero e che hanno bisogno del supporto di un progetto che diventi reale fulcro per lo sviluppo dell’attività in tutti i suoi aspetti, non solo quelli funzionali e distributivi.

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PERCHÉ, INVECE, NON CHIAMO PROPRIO TE?
Perché oggi, invece, la scelta del professionista si basa spesso su altri fattori?
Come mai?

Purtroppo, di frequente la risposta a questa domanda è “perché si è sempre fatto così!”. I criteri di scelta sono stati sempre diversi (qui di seguito ne è elencato qualcuno) e non sempre c’è la consapevolezza che esistono figure professionali specializzate in grado di aggiornare il proprio modo di lavorare al passo con il cambiamento delle esigenze del settore ricettivo e del benessere.
Ma il mondo è cambiato, i valori e i criteri per i quali scegliere la strada da seguire devono cambiare con esso.

A volte è difficile trovare il professionista che si dimostri così esperto del mondo ricettivo. Ahimè, troppa superficialità e improvvisazione inquinano una bellissima professione.

Viceroy Santa Monica Hotel, California

Troppo spesso, invece, se ne fa una questione di stile, legando la scelta del professionista all’immagine di progetti già realizzati. In realtà il presupposto è debole, perché ogni progetto realizzato dovrebbe essere legato ai desiderata del committente o allo stile stesso della struttura ricettiva.
Ad esempio, tutti i miei progetti sono diversi l’uno dall’altro perché rappresentano la risposta al gusto del cliente o al concept dell’hotel o del centro wellness da realizzare.
Non ho mai realizzato un hotel in stile rococò, tanto amato da fasce di turisti provenienti dall’altra parte del mondo; ciò non vuol dire che nello sviluppo di un progetto rococò non sia in grado di dare all’imprenditore, comunque, tutti i mezzi – in termini di studio dell’immagine, distributivo, comunicazione, concept, ecc. – perché possa farne un importante strumento di vendita e gestione della propria attività.

BUILD ARCHITECTURE AWARDS 2024 – GRAZIE!
Per chiudere questo articolo, sono orgoglioso di annunciare il premio ricevuto come “Most Innovative Hotel Design Studio – Italy” agli Architecture Awards 2024 organizzati dal magazine UK Build: un riconoscimento della qualità del lavoro svolto nell’hôtellerie dal mio studio, che segue quello come “Excellence Awards in Hotel & SPA Design” vinto agli Architecture Awards 2023
Una piccola dimostrazione di come tutte le competenze acquisite – di cui abbiamo parlato finora – applicate nella pratica, alla fine riescono nel loro intento di rendere il mondo alberghiero un posto migliore, fornendo valido supporto agli imprenditori che hanno avuto il coraggio di scegliere lo Studio Stefano Pediconi come risposta alla domanda del titolo di questo articolo.

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